Marche e discorso

Dalle prime esperienze degli anni 80 e 90, quando la disciplina iniziò a popolare lo scenario della comunicazione professionale, fino al giorno d’oggi, in cui non vi è agenzia dove non operi almeno un semiologo (spesso sotto mentite spoglie), il rapporto tra semiotica e brand si è concentrato in maniera prevalente se non quasi esclusiva su un settore ben specifico – la comunicazione commerciale – e su una dimensione in particolare al suo interno – il processo creativo.

Cosa succede però quando il brand non è commerciale, ma istituzionale? Quando non c’è prodotto da vendere, ma solo un valore da promuovere? Ed è possibile pensare a una semiotica che supporti non solo le fasi di design creativo di un prodotto, ma la progettazione di un sistema e un processo di comunicazione nel suo complesso?

L’intervento cercherà di rispondere a queste due domande attraverso l’esperienza concreta all’interno dell’agenzia Pomilio Blumm, dove un team di semiologi, sociologi e statistici si occupa da diversi anni di applicare e adattare l’expertise semiotica alle esigenze peculiari del settore istituzionale e al lavoro di progettazione strategica in particolare, contaminando, ibridando e sperimentando nuovi protocolli di analisi specificamente pensati per la valorizzazione comunicativa degli asset immateriali tipici del discorso istituzionale.