Abstract delle lezioni

7 Luglio 2025 alle 8:30

Comment analyser les passions politiques  – Come analizzare le passioni politiche

Denis Bertrand

Denis Bertrand

Docente di semiotica

Università di Parigi 8 – Saint Denis

Denis Bertrand, fra i principali semiologi francesi, insegna letteratura francese e semiotica generale all’Università di Paris 8 – Vincennes-Saint-Denis e al Nouveau Collège d’Études Politiques. È stato presidente dell’Associazione Francese di semiotica e co-direttore del seminario di semiotica di Parigi. La sua ricerca si concentra sui rapporti tra semiotica e retorica negli ambiti della letteratura, della società e della politica. Interviene spesso nel dibattito mediatico (Public Sénat, France 5). Tra i suoi libri: La parole aux animaux (2018), Sens et médiation (2016), La négation, le négatif, la négativité (2014), Croyance, crédit, créance (2012), La transversalité du sens (2007), Parler pour gagner (2007), Régimes sémiotiques de la temporalité (2006). In Italia ha pubblicato, per Meltemi, Basi di semiotica letteraria (2002).

Nella storia della semiotica, l’elaborazione di una teoria delle passioni è un diretto prolungamento della modellizzazione dell’azione – cioè della narratività. Ne è addirittura una derivazione. Questo legame tra azione e passione, che si trova al cuore della politica, contribuisce alla sua definizione. Un richiamo storico e concettuale a quest’ambito duplice e interconnesso, insieme ai dibattiti che i modelli hanno suscitato (in particolare attorno alla coppia passione-ragione vs passione-azione), costituirà la prima parte del corso.

La seconda parte partirà da una tipologia abbozzata delle passioni motrici della politica: passioni protensive (ambizione, speranza, entusiasmo…) e passioni retensive (risentimento, collera, rivolta…). Condurrà soprattutto all’analisi di una passione che sottende la messa in atto del discorso politico: l’audacia e la sua forma eccessiva, dalla frontatezza (in francese: culot; in spagnolo: desfachatez).

La questione enunciativa della sfrontatezza in politica si situa all’incrocio tra veridizione ed etica. Segna l’assunzione del soggetto, ad esempio nella negazione dell’evidenza o nell’affermazione sicura della falsità. Implica la rimozione della moralizzazione (si pensi all’espressione “tout honte bue” che sottolinea la perdita di ogni pudore e difficilmente traducibile in italiano) che conduce all’insolenza, all’impudenza e al cinismo. Questa configurazione passionale della sfrontatezza che potrà essere analizzata come un marcatore della politica contemporanea, in una prospettiva internazionale. Estratti di discorsi (di Trump o Putin, Erdogan o Bolsonaro, Sarkozy o Netanyahu, ecc.) offriranno un corpus di testi da studiare e serviranno da base per il confronto e la discussione.  

Dans l’histoire de la sémiotique, l’élaboration d’une théorie des passions prolonge directement celle d’une modélisation de l’action – la narrativité. Elle en est même issue. Ce lien entre action et passion, au cœur de la politique, contribue à sa définition. Un rappel historique et conceptuel de ce double domaine lié, avec les débats auxquels les modèles ont donné lieu (notamment autour du couple passion-raison vs passion-action), formera la première séquence du cours.  

La deuxième séquence partira d’une esquisse typologique des passions motrices du politique : passions protensives (ambition, espérance, enthousiasme…) et passions rétensives (ressentiment, colère, révolte…). Elle conduira surtout à l’analyse d’une passion qui sous-tend la mise en acte du discours politique : l’audace et sa forme outrancière, le culot (en italien : sfrontatezza ; en espagnol : desfachatez). 

La question énonciative du culot en politique se situe à la croisée de la véridiction et de l’éthique. Il marque l’assomption du sujet, dans la négation de l’évidence par exemple et l’assurance de la fausseté. Il implique l’effacement de la moralisation (cf. l’expression figée : « toute honte bue ») conduisant à l’insolence, à l’impudence et au cynisme. Cette configuration passionnelle du culot pourra être analysée, comme un marqueur de la politique contemporaine, dans une perspective internationale. Des extraits de discours (de Trump ou de Poutine, d’Erdogan ou de Bolsonaro, de Sarkozy ou de Netanyahu, etc.) offriront un corpus de textes d’étude et serviront de base pour les échanges et la discussion.  

8 Luglio 2025 alle 8:30

Come analizzare i leader 

Anna Maria Lorusso

Anna Maria Lorusso

Docente di semiotica

Alma Mater Studiorum - Università di Bologna

Anna Maria Lorusso è professoressa ordinaria nel settore di Filosofia e teoria dei linguaggi. Insegna semiotica presso il dipartimento delle arti dell’università di Bologna. Le sue principali aree di ricerca riguardano l’informazione e la semiotica della cultura. Fra i suoi libri: Post-verità. Fra reality tv, social media e storytelling, Laterza, 2018; L’utilità del senso comune, Bologna, il Mulino, 2022; Dalla Storia alla Memoria. Il discorso storico nei media all’epoca della postverità, Mimesis, 2025. È attualmente coordinatrice nazionale di un progetto PRIN  dedicato al diritto all’oblio.

L’intervento si propone di riflettere su alcuni esempi di leadership politica, assumendo un concetto ampio di “politico”, come spazio pubblico di confronto di opinioni e posizionamento di soggettività. 

I tre leader che verranno presi in considerazione sono: Papa Francesco, Zelensky, Giorgia Meloni – considerati quali tre variazioni di leadership populista. 

Metodologicamente, si assumerà un approccio culturologico, che trova nella tipologizzazione la sua direzione, e il criterio che orienta la costituzione del corpus. 

Anche la categoria di corpus sarà problematizzata, in particolare rispetto al principio di rappresentatività. 

9 Luglio 2025 alle 8:30

Come analizzare i collettivi

Juan Alonso Aldama

Juan Alonso Aldama

Docente di semiotica

Università Paris-Cité

Juan Alonso Aldama è professore di semiotica presso il Dipartimento di Scienze del Linguaggio dell’UFR Scienze Umane e Sociali della Facoltà Società e Scienze Umane dell’Università Paris Cité, nonché professore a tempo parziale di semiotica della comunicazione a SciencesPo Paris. È direttore del Laboratorio PHILéPOL (Filosofia, sociologia e semiotica del politico) e del Master Expertise in semiologia e comunicazione dell’Università Paris Cité. È inoltre redattore capo della rivista Actes Sémiotiques. Ha pubblicato e curato diversi volumi sulla semiotica generale, nonché sulla semiotica del conflitto e del politico.

Tra le sue recenti pubblicazioni: Mystique et politique. Tension sémiotique entre le faire et l’être (con D. Bertrand in Semiotica, De Gruyter); Viandes. Stéréotypies sémiotiques et inquiétudes culturelles (con D. Bertrand e M. Costantini, 2024, L’Harmattan); I sensi della battaglia (con F. Montanari, 2024, EC n. 49); La tensione politica. Per una semiotica della conflittualità (2025, Museo Pasqualino).

Se la semiotica vuole essere una vera e propria socio-semiotica, cioè una teoria del significato nel sociale, deve elaborare una definizione di quest'ultimo fin dall'inizio, evitando di partire da un concetto di socialità che si presenterebbe come un dato già acquisito. La socio-semiotica  deve piuttosto rispondere alla domanda su come le forme sociali appaiono e, correlativamente, scompaiono; in altre parole, deve essere in grado di cogliere il modo in cui gli attanti collettivi - gruppi di amici, istituzioni, nazioni, alleanze geopolitiche, aziende, ecc. - si costituiscono e si disfano.  

Al di là della composizione modale e narrativa degli attanti collettivi esplorata dalla semiotica classica, in questo corso proponiamo di studiare la natura del legame, o dei legami, che li costituisce, nonché le dinamiche e le tensioni tra forze che condensano e forze che si disperdono, che li agitano e che determinano la densità e la persistenza o la fragilità e l'inconsistenza del "cemento" (di modo di esistenza, enunciativo, affettivo, valoriale, tensivo, ecc.) che assicura la loro unità.  

Mentre l'esercito russo e i suoi leader speravano in un crollo dell'unità della nazione e della società ucraina, si sono trovati di fronte a un'inaspettata solidità attanziale e resistenza ; alleanze e cooperazioni geopolitiche che sembravano incrollabili sono collassate da un giorno all'altro, e nuove amicizie che solo pochi giorni prima sarebbero state inimmaginabili appaiono  improvvisamente e sorprendentemente; raggruppamenti umani definiti dalla mera condivisione circostanziale di spazio e tempo diventano, spinti da un'"affetto", figure attanziali di ostinata solidità fusionale.... 

Attraverso una varietà di figure attanziali ed enunciative (orde, branchi, moltitudini, bande, associazioni, raduni, alleanze, coalizioni, ecc.), nonché le operazioni di trasformazione nella loro composizione (alleanze, tradimenti, dissoluzioni, collaborazioni, compromessi, ecc.), il corso e il laboratorio affronteranno, sulla base di casi di studio concreti, la presentazione di una metodologia di analisi delle meccaniche semiotiche delle forme collettive.  

10 Luglio 2025 alle 8:30

Come analizzare l’immagine dei movimenti politici

Giuditta Bassano

Giuditta Bassano

Docente di semiotica

LUMSA

Giuditta Bassano è ricercatrice presso la Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA) di Roma, dove insegna semiotica, semiotica e comunicazione d’impresa e semiotica e tipologie dei testi. Si occupa di normatività culturale e giuridica, di teoria semiotica generale e delle intersezioni tra semiotica, antropologia e fenomenologia. Ha collaborato con numerose istituzioni accademiche, tra cui l’Università IULM di Milano, lo IED Moda di Milano, la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA), l’Università di Bologna, lo IAAD e l’Università di San Marino nell’ambito della semiotica del design. Ha pubblicato articoli su riviste scientifiche italiane e internazionali, e maturato esperienze di ricerca in ambito italiano e francese, in particolare come ospite presso l’École des hautes études en sciences sociales (EHESS) di Parigi. È stata cocuratrice di diversi volumi e seminari; tra queste attività si è occupata insieme a Stefano Bartezzaghi della riedizione del classico Maupassant di Algirdas Julien Greimas per i tipi di Bompiani. È autrice di due monografie: La balestra di Pierre (Museo Pasqualino, 2022) e Verso. Strutture semiotiche della destinazione (Studium, 2023). Giuditta Bassano è membro di CUBE, Bologna, fondato da Francesco Marsciani e diretto da Lucio Spaziante.

Contact

Email: g.bassano@lumsa.it

Il laboratorio propone un percorso di analisi semiotica dei simboli dei partiti politici, con particolare attenzione alle destre radicali e ai loro sistemi di rappresentazione visiva. Muovendo dal caso italiano del postfascismo – con un focus sul simbolo di Fratelli d’Italia e sul dibattito culturale attorno alla fiamma tricolore – si confronteranno le scelte visive e narrative di altri partiti di estrema destra in Europa, come il Rassemblement National (Francia), Alternative für Deutschland (Germania) e Vox (Spagna). Attraverso gli strumenti della semiotica della cultura e della semiotica visiva, il laboratorio intende indagare: (i) primariamente, la costruzione di continuità e discontinuità rispetto a tradizioni ideologiche e simboli precedenti; (ii) le logiche di condensazione che determinano i regimi figurativi e plastici attivati nei ‘loghi’ di partito, e le loro integrazioni con le eventuali parti verbali del simbolo; (iii) le relazioni narrative, soprattutto attanziali, mobilitate dall’organizzazione dei simboli; (iv) il rapporto tra simboli e altre immagini delle formazioni politiche discusse. 

I gruppi di lavoro del laboratorio saranno poi invitati a scegliere uno dei quattro temi sopra, e a svolgere un’analisi su un corpus di loghi politici internazionali comparati. Eventuali materiali di supporto all’analisi – file ppt, piccoli estratti da saggi, archivi visivi – potrebbero essere messi a disposizione durante il laboratorio. 

11 Luglio 2025 alle 8:30

Come analizzare la satira politica

Isabella Pezzini

Isabella Pezzini

Docente di semiotica

Sapienza – Università di Roma

Isabella Pezzini, già ordinaria di Filosofia e Teoria dei linguaggi presso il Dipartimento di Comunicazione e ricerca sociale della Sapienza Università di Roma, insegna Semiotica.  Dirige LARS, Laboratorio Romano di Semiotica e presiede FedRoS, Federazione Romanza di Semiotica. E’ autrice e curatrice di saggi e volumi, fra i quali: In media(s) res. Letture semiotiche in campo mediale (2025); Suscettibilità (2024); Paolo Fabbri/Unfolding Semiotics (2021); Kafka. Politiche del tradurre, con Paolo Sorrentino (2025); Scrittura estesa, con Pietro Montani (2024); Dallo spazio alla città. Letture e fondamenti di semiotica urbana, con Riccardo Finocchi (2020); La moda fra senso e cambiamento, con Bianca Terracciano (2020); Usi e piaceri del turismo, con Luigi Virgolin (2020).

Castigat ridendo mores: la satira è un genere molto antico e ben codificato, soprattutto dai Romani, e, praticata da autori illustri così come da istanze anonime e popolari, persiste in varie forme e sottogeneri (ad personam, sui costumi, politica) sino a noi. Possiamo considerarla una forma di comunicazione politica? e, in caso affermativo, qual è la sua efficacia? si parla di “armi della satira”, si dice “ne uccide più la penna della spada”, ma si parla anche di “armi spuntate della satira”: può essere qualunquista e quindi consolatoria, e pericolosamente distruttiva di ogni valore. Ma può essere anche il trampolino di lancio di comici o intrattenitori professionisti che diventano leader politici, come nei casi clamorosi di Grillo in Italia o Zelensky in Ucraina. Un altro celebre detto, purtroppo avveratosi con la strage della redazione del giornale satirico francese Charlie Hebdo, di cui ricorre il decennale, recita “scherza coi fanti ma lascia stare i santi”. Ma il punto è proprio questo: il rapporto della satira con il potere e la necessaria sacralità di quest’ultimo.

Ci chiederemo quali sono le caratteristiche del testo satirico più rilevanti, considerato che si tratta sempre di un testo al secondo grado, fortemente legato alla caricatura, al pastiche, alla parodia. Attraverso un piccolo corpus di casi tratti dalla contemporaneità (giornalistici, televisivi, filmici, social), metteremo a fuoco i possibili strumenti di analisi.