Corpo a corpo. Operatori e marionette a confronto tra Opera dei pupi e Bunraku

Matteo Casari

Matteo Casari

Docente di Discipline dello Spettacolo

Università degli Studi di Bologna

Matteo Casari è professore Associato all’Università di Bologna dove insegna Teatri in Asia (Laurea Magistrale in Musica e Teatro) e Culture performative dell’Asia (DAMS). Si occupa prevalentemente di tradizioni teatrali asiatiche, in particolari del Giappone dove ha condotto alcune ricerche sul campo. È autore di varie pubblicazioni tra monografie, curatele e saggi e ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali. È direttore scientifico della rivista “Antropologia e Teatro” e coordina il gruppo di ricerca interdisciplinare Performing robots (Università di Bologna).

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Email: matteo.casari@unibo.it

Rosario Perricone

Rosario Perricone

Docente di Antropologia Cultura e Direttore del Museo Internazionale delle Marionette "Antonio Pasqualino"

Accademia di Belle Arti di Palermo

Rosario Perricone è docente di Antropologia culturale e Museologia e allestimenti museografici presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo ed è cultore della materia “Storia delle tradizioni popolari” presso l’Università di Palermo. È Direttore del Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino di Palermo e della Fondazione Ignazio Buttitta. È Presidente dell’Associazione per la conservazione delle tradizioni popolari e Segretario Generale dell’Associazione Folkstudio di Palermo. Dal 1993 a oggi ha effettuato numerosi rilevamenti sul terreno con mezzi audio-visivi. Le sue indagini hanno specialmente riguardato le consuetudini associate al ciclo della vita, le feste religiose e le performance rituali nella tradizione popolare siciliana. Su questi temi ha curato diversi volumi e documentari. Tra le pubblicazioni recenti: Oralità dell’immagine (Palermo, 2018). È direttore responsabile di Etnografie Sonore / Sound Ethnographies.

L’Opera dei pupi e il bunraku, il genere di teatro di figura più noto e rappresentativo del Giappone, sono irriducibilmente altri. Si fondano, infatti, su presupposti estetici, tecnici e di fruizione diversi. Al di là delle differenze formali, della lontananza storica e geografica, però, la loro lettura in parallelo consente di cogliere analogie significative sul piano delle finalità teatrali. L’incontro si concentrerà principalmente, dopo aver fornito le coordinate storico-estetiche dei due linguaggi scenici, sulla peculiare compresenza di organico e inorganico, di umano e artificiale che si determina nel rapporto tra operatori e marionette. In questo corpo a corpo, in questa danza a volte mostrata al pubblico altre tenuta celata, risiede uno dei fattori determinanti che fanno di questi teatri espressioni altissime di bellezza ed emozione.