Il tramandato. Passaggi e percorsi generazionali

Pierluigi Basso Fossali

Pierluigi Basso Fossali

Docente di Semiotica e Direttore del Laboratorio ENS ICAR (UMR 5191)

École normale supérieure de Lyon, Université Lumière Lyon 2

Pierluigi Basso Fossali è professore di Scienze del Linguaggio presso l’Université Lumière Lyon 2. Attualmente è direttore del laboratorio ICAR (UMR 5191) presso l’ENS di Lione, coordinatore del Consiglio scientifico del Séminaire International de Sémiotique di Parigi, vicepresidente della sezione 07-Sciences du langage presso il Conseil National des Universités (CNU) e coordinatore del progetto ANR Augmented Artwork Analysis. È stato presidente dell’Associazione francese di semiotica (AFS) dal 2017 al 2022. Ha pubblicato undici monografie e una sintesi delle sue posizioni teoriche è disponibile nella monografia Vers une écologie sémiotique de la culture (Lambert-Lucas, 2017). È membro del comitato scientifico della rivista Signata e si segnalano in particolare le direzioni dei numeri La notion de paradigme dans les sciences du langage (2017) et Modes, modalités et modalisations (2022).
La sua ricerca fa parte di un progetto di semiotica delle culture che mira ad articolare tre approcci epistemologici: (i) lo studio delle relazioni tra le mediazioni linguistiche e l'esperienza percettiva, (ii) l’analisi delle strategie enunciative e figurative dei testi, in particolari visivi, e (iii) l’attestazione e la descrizione delle pratiche di creazione e d’interpretazione degli oggetti culturali in relazione a specifiche istituzioni di senso (domini). In questo senso, il suo progetto scientifico è unitario e si sviluppa senza discontinuità a partire dalla pubblicazione del libro Il dominio dell’arte (Roma, Meltemi, 2002). Tra le iniziative editoriali più recenti, ricordiamo la direzione di un numero di Langue française (n. 206, 2020) e di un numero di Langages (n. 221, 2021) dedicati entrambi ai discorsi programmatori, nonché la direzione dei volumi Créativité sémiotique et institution du sens dans la dialectique entre l'individu et le collectif (Pulim, 2021), (Dés)Accords. À la recherche de la différence propice (Association Française de Sémiotique, 2021) e, in collaborazione, Language is a complex adaptive system: explorations and evidence (Language Science Press, 2022).
Abstract

Il legame generazionale è un circuito produttivo di coesione interna di una cultura tra ripresa dell’ereditato e progetto circostanziato che ridefinisce il perimetro del fattibile e dell’irrealizzabile. Tuttavia, superare il mandato ricevuto sulla base di un puro criterio generazionale implica una doppia rimotivazione del carattere arbitrario che è proprio tanto di una discontinuità puramente programmatica (superare i padri), quanto di una determinazione abusiva di appartenenza che suona spesso quasi come una condanna (essere figli della generazione precedente). 

Pur facendo proprio questo legame paradossale e stereotipico che tiene assieme smarcamenti ostentati e marche indelebili, il concetto di generazione preserva una vocazione critica e un potenziale euristico. Certo, da un lato, si afferma come parola d’ordine per distribuire le responsabilità, per prevedere politiche asimmetriche ma compensative, per stabilire diversi piani di legittimità del giudizio; dall’altro, il concetto di generazione mira a individuare le indicazioni di una svolta nelle forme di trasmissione di una cultura, sottolineando un diverso modo di garantire la dialettica tra tradizione e innovazione. Tuttavia, la condizione di uguaglianza di tutte le generazioni di fronte all’ignoranza del futuro, l’economia dell’oblio programmato per socializzare il memorabile, l’asimmetria temporale tra le generazioni che responsabilizza gli adulti, la produzione di indeterminatezza e instabilità ecologica di cui le ultime generazioni sono eredi, questa serie di indizi sommari mostra già una sovrapposizione di pertinenze nell’evocazione di una questione intergenerazionale che assilla mandati, politiche e sanzioni sociali. 

Il quadro generazionale è altamente intricato. Il dibattito sulla trasmissione intergenerazionale rimane sospeso tra crisi condivisa (condizione storica), latenza intenzionale del nuovo (sospensione della discontinuità generazionale) e “appropriazionismo” rivendicato in modo competitivo.  Ciò dimostra l’interesse di studiare i discorsi generazionali come crocevia retorico dotato di una forte polemologia sociale. La vita della cultura è del resto un trasferimento di mandati di cui le generazioni si sono fatto carico gestendo a loro volta una ambiente di risorse e forze semiotiche eterogenee la cui evoluzione non pare essere intellegibile e prevedibile secondo leggi. La doppia contingenza di risposte generazionali e sviluppi delle forme semiotiche merita di essere studiata in termini di equilibri metastabili di una data semiosfera culturale.

Video integrale dell’incontro