Ereditare e trasmettere le forme visive. Da Focillon e Warburg a Manovich (e Midjournéy)

Maria Giulia Dondero

Maria Giulia Dondero

Docente di Semiotica e Direttrice di ricerca del Fondo Nazionale Belga per la Ricerca Scientifica

Università di Liegi

Maria Giulia Dondero, PhD, is a Research Director of the National Belgian Fund for Scientific Research (F.R.S.-FNRS) and Professor at the University of Liège where she teaches Visual Semiotics.

She is the author of four books: Les langages de l’image. De la peinture aux Big Visual Data, Paris, Hermann Éditions, 2020 (English augmented version: The Language of Images. The Forms and the Forces, Cham, Springer, 2020); Des images à problèmes. Le sens du visuel à l’épreuve de l’image scientifique, with J. Fontanille, Limoges, Pulim, 2012 (Eng. trans. The Semiotic Challenge of Scientific Images. A Test Case for Visual Meaning, Ottawa, Legas, 2014); Sémiotique de la photographie, with P. Basso (Limoges, Pulim, 2011); Le sacré dans l’image photographique (Paris, Hermès, 2009). She has published around 80 peer-reviewed articles in French, Italian, English; some of her works have been translated into Spanish, Portuguese, Polish. She has directed 30 collective works and special issues on semiotic theory of visual language, scientific and artistic images, and photography. She is Co-founder and Editor-in-Chief of the peer-reviewed Journal Signata Annales des Sémiotiques / Annals of Semiotics (https://journals.openedition.org/signata/) (Scopus, ANVUR and DOAJ) and Co-director of the collection ‘Sigilla’ at Presses universitaires de Liège. She is a member of the editorial board of several scientific journals and General Secretary of the International Association for Visual Semiotics (IAVS/AISV) since 2015 and Vice-President of the French Association for Semiotics (AFS) since 2013. She has been Visiting Professor at the University of Manouba, Tunisia (2012 and 2013); at the UNESP, Brazil (2014, 2016, 2019, 2023), at the National Institute of Anthropology and History (INAH), Mexico (2017), at Paris 2 Panthéon-Assas University (2019-2020), at Celsa Sorbonne Université (2020-2021), France, at the University of Turin, Italy (2020-2021) and Visiting Researcher at UCLA (2009), University of Southern California (2020) and at Purdue University (Indiana) (2022), USA. 
Abstract

Questo intervento focalizza l’attenzione sull’eredità e la trasmissione delle forme e, più precisamente, sulla genealogia delle immagini, secondo la prospettiva del teorico dell’arte francese Henri Focillon (Vita delle forme, 1934). La genealogia delle forme sarà trattata attraverso due percorsi:

  1. l’analisi computazionale di Big Data visivi
  2. la produzione di immagini (con ambizioni artistiche o comunque estetiche) attraverso algoritmi, a partire da database composti da miliardi di opere d’arte.

La prima parte si concentra sulla relazione tra la concezione del patrimonio visivo secondo Aby Warburg (Atlas Mnemosyne, 1924-1929) e gli approcci contemporanei della Computer Vision. È chiaro che il progetto di una genealogia delle forme visive era rimasto incompiuto all’epoca di Warburg soprattutto a causa di limiti tecnologici: non tutte le foto di tutte le opere potevano essere disponibili. La contemporanea digitalizzazione delle opere d’arte — almeno del mondo occidentale—, la disponibilità di banche dati online e soprattutto l’analisi computazionale di grandi corpora di immagini rendono oggi tecnicamente possibile l’antico progetto di una genealogia delle forme. La prima parte del mio intervento esamina alcuni progetti di ricerca in corso negli Stati Uniti e in Europa che stanno rilanciando l’ambizioso e impegnativo progetto di Warburg e propone un approccio alternativo nell’atto di segmentazione delle immagini. La seconda parte tratta dei dispositivi di creazione di immagini artistiche come Midjourney e DALL-E, che permettono di generare nuove immagini a partire da stili e generi diversi presenti e disponibili nelle banche dati. Questo secondo tema sarà affrontato attraverso la nozione di prassi enunciativa (virtualizzazione, attualizzazione, realizzazione e potenzializzazione) al fine di studiare l’itinerario completo della generazione di immagini. Questo percorso comincia con la disponibilità di tutti i generi e di tutti gli stili archiviati nel database, i quali permettono di creare nuove immagini, e termina la sedimentazione della novità, passando per una selezione e una “messa in sospeso” dei tratti pertinenti della nuova creazione in vista di una nuova sedimentazione (o meno) di forme. Questa seconda parte si interroga anche sull’autorialità di queste nuove immagini prodotte da database e algoritmi e sulla maniera attraverso la quale la produzione macchinica opera nella scelta delle opere degli artisti, degli stili, dei generi attraverso i comandi dati dai produttori. 

Video integrale dell’incontro