Francesco Mangiapane
Docente di Semiotica
Università degli Studi di Palermo
Francesco Mangiapane è ricercatore in Semiotica presso l’Università di Palermo dove tiene i corsi di Semiotica del Patrimonio Culturale e di Semiotica della Gastronomia. È vicepresidente del Circolo Semiologico Siciliano e dirige, insieme a Gianfranco Marrone, la collana “Nuovi quaderni del Circolo Semiologico Siciliano per le edizioni del Museo Pasqualino. Con Francesco Mazzucchelli cura la sezione di Semiotica dedicata all'eredità del Seminario permanente di Etnografie del Contemporaneo. Si occupa di Sociosemiotica della cultura e dell’alimentazione. Nella sua attività di ricerca, oltre al problema del rapporto fra cibo ed identità culturale, ha approfondito le questioni legate al discorso politico, all’identità visiva e al brand, all’analisi delle interazioni sui social media e in rete, alle rappresentazioni mediatiche nel cinema e nei cartoni animati. È autore, tra gli altri, di Cuccioli. Critica dei Cartoni animati (Meltemi 2020), Retoriche social. Nuove politiche della vita quotidiana (Museo Pasqualino2018), Peppa Pig (2014 Doppiozero). Fra le ultime curatele si segnalano Images of Europe. The Union between Federation and Separation (with Tiziana Migliore, Springer 2021), Culture del tatuaggio (con Gianfranco Marrone, Museo Pasqualino 2018) e Animals in Law (con Alice Giannitrapani, International Journal for the Semiotics of Law, volume 31, 2018).
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Abstract
Fare vino è un’attività collegata alla terra, che si eredita, passando di padre in figlio.
In questi anni di riscoperta del valore antropologico e simbolico dell’alimentazione, sui media si è sviluppato un vero e proprio discorso intorno al vino che ha chiamato in causa anche la vigna, il suo valore gastronomico, esistenziale e antropologico. In quello che si può definire come un vero e proprio nuovo genere cinematografico – il cinema culinario – il vino gioca, infatti, un ruolo essenziale, raccontando storie di personaggi impegnati in un viaggio all’indietro attraverso i territori delle loro origini, i luoghi di campagna in cui vino si produce.
Un tale itinerario appare subito problematico, chiamando questi personaggi a fare i conti con la loro identità più profonda, un’identità atavica ma annebbiata, dimenticata, lungo la strada. Molto spesso i protagonisti di questi film, apparentemente felici nella loro vita in città, vengono riportati indietro nel tempo dalla notizia della morte di un parente che lascia loro la vigna in eredità. Essi inaspettatamente si ritrovano a dover fare i conti con un enorme patrimonio economico e simbolico, che li mette in crisi, ponendo loro il problema di scegliere chi voler essere.
Riattivare la memoria della loro vita, affrontare una volta e per tutte i fantasmi del passato, appare a questi personaggi come una prospettiva praticabile per ritrovare se stessi e un orizzonte di vita più equilibrata ed autentica, caratterizzata dal fatto di costituirsi in continuità fra le generazioni.
Queste storie verranno interrogate alla ricerca di una teoria generale dell’eredità.